
desine blanditias et verba, potentia quondam,
perdere -- non ego nunc stultus, ut ante fui!
Luctantur pectusque leve in contraria tendunt
hac amor hac odium, sed, puto, vincit amor.
odero, si potero; si non, invitus amabo.
nec iuga taurus amat; quae tamen odit, habet.
nequitiam fugio -- fugientem forma reducit;
aversor morum crimina -- corpus amo.
sic ego nec sine te nec tecum vivere possum,
et videor voti nescius esse mei.
Non sprecare le tue lusinghe, un tempo tanto forti:
non sono stupido come una volta.
Lottano e tirano il mio cuore leggero da parti opposte,
l'amore di qui, di là l'odio; ma credo che vinca l'amore.
Se ci riuscirò ti odierò; se no, ti amerò controvoglia:
neanche il toro ama il giogo; lo odia, però se lo tiene.
Vorrei fuggire dalla tua dissolutezza,
ma la tua bellezza mi richiama;
non mi piace il tuo modo di fare, ma il tuo corpo lo amo.
Così non posso vivere né senza di te né con te
e mi sembra di non ricordarmi neppure ciò che mi sono promesso.
Ovidio, Amores, III XIa-b
Stasera l'ho rivista in palestra. Si è tagliata i capelli in maniera ridicola, ma il faccino è sempre il suo. Dio! E' proprio carina! E com'era morbida quando l'abbracciavo. Com'era tiepida quando eravamo insieme nel letto. Com'era dolce quando facevamo l'amore.
Già: e adesso l'amore lo fa con un altro; una specie di topo muschiato con un naso di 20 centimetri e un cazzo di 2. Probabilmente è dolcissimo; probabilmente le dice sempre di sì; probabilmente la segue sempre, come il chihuahua la padrona, che lo liscia - "carino!" - pronta a prenderlo a pedate nel culo quando è stufa.
Sono scemo, lo so. L'amo ancora, e non la voglio amare. La voglio ancora, e non la posso avere. Vorrei stare con lei, vicino a lei, unito a lei per riempirla di schiaffi. Lo so: roba vecchia come il mondo. Già Ovidio... Ok. Farò come vuole Gianfranco: mi guarderò in giro. E intanto canterò...
Insieme a te non ci sto più
guardo le nuvole lassù
cercavo in te la tenerezza che non ho
la comprensione che non so
trovare in questo mondo stupido.

